lunedì 28 ottobre 2013

La storia di Riccardo


Io sto facendo la mattina il volontariato come accompagnatore della Croce Bianca con i ragazzi disabili. Sono voluto venire al CLA perché ho visto che era un bell’ambiente ed è importante aiutare questi ragazzi a fare tetro e fare molte altre attività. 
Le bocce non i piacciono tanto per via della polvere, anche se è una bella attività mentre mi piace tanto il laboratorio di lettura perché i ragazzi imparano a leggere e ascrivere e mi fanno sentire felice con i loro progressi. Io come sentimento qui sto bene e mi sento anche bene in salute perché ho trovato una compagnia adatta a me e mi sento tranquillo, soprattutto perché posso aiutare gli altri. 
Avevo anche trovato una fidanzata ma per una incomprensione ci siamo lasciati. 
A me piacerebbe avere una ragazza ma vorrei che fosse tranquilla perché senza una donna mi sento un po’ giù di morale. 
Spero di rimanere al CLA per sempre perché io sono contento, la mamma è contenta e anche mia sorella è contenta. Poi mi piaccio le gite e stare con i ragazzi delle scuole, con cui vado in barca a vela ed è una cosa bellissima. 
Vorrei che nessuno mi tratta male e vorrei stare tranquillo. Poi basta, non mi serve altro.
Riccardo

La storia di Simone


Sono venuto al CLA perché avevo bisogno di compagnia il pomeriggio nel senso che, pur lavorando dal 1992, prima alla USL, poi all’Arci e ora alla Nuova Idea, i primi anni mi passava meglio il tempo. Poi però, con il passare degli anni, ho sentito l’esigenza di stare in compagnia anche il pomeriggio. 
Questa è la premessa. Prima di venire al CLA ho provato a fare un’esperienza con una civilista che veniva a casa mia un paio di volte alla settimana mandata dal Comune e con lei passavo un paio d’ore e si parlava molto, si giocava a carte, ci stavo bene. Poi lei è andata via e sono rimasto di nuovo da solo. 
Era il 2004. Speravo che il Comune mi mandasse qualcuno ma non l’hanno mandato ed io sentivo ancora l’esigenza di stare con qualcuno e in quel periodo mia madre espose questo problema all’Assistente Sociale che mi disse che esisteva questo CLA e appena sentii il nome CLA mi tornò in mente che una ragazza che conoscevo me ne aveva parlato, così pensai che potevo provare. 
All’inizio avevo un po’ timore, soprattutto di Marco, perché è uno psicologo ed io non avevo voglia di fare delle sedute e mi faceva un po’ paura e provavo vergogna ad andare da uno psicologo. Invece poi ho scoperto che Marco lavora in modo diverso, non fa le solite sedute psicologiche ma fa un tipo di lavoro che mi piace perché ci fa parlare in gruppo e mi fa sentire meglio. Poi sono venuto al CLA anche per un altro motivo: siccome lavoro spesso con ragazzi disabili, avevo bisogno di capire come comportarmi con loro e in questo senso il CLA è stata ed è ancora una buona scuola. Dopo qualche tempo mi venne la curiosità di provare anche qualche altro laboratorio però ero un po’ titubante perché avevo il timore del mangiare, in quanto non avevo mai mangiato fuori casa e mi dispiaceva farmi accompagnare da mio padre tutti i giorni subito dopo pranzo. Così all’inizio mi sono fermato per pranzo solo il venerdì e mangiavo due pastine e basta. Poi volevo provare anche il laboratorio di teatro. 
Ora va detto che il teatro l’avevo già fatto alle medie perché avevo una professoresse di italiano che ci faceva preparare degli spettacoli con i burattini. Così provai con la Barbara e all’inizio non andò benissimo ma poi con il passare degli anni è andata sempre meglio. Poi c’è stata l’esperienza del mare. 
Mi ricordo quando andammo al mare la prima volta a San Mauro. Andò benissimo ed era la prima volta che dormivo fuori casa e senza i miei. 
Questa storia quindi ha cominciato a funzionare e ho cominciato a mangiare a pranzo con i ragazzi tutti i giorni, cosa che non avevo mai fatto perché mi bloccavo e mi prendeva l’agitazione. 
Ora anche al lavoro riesco a mangiare con gli altri, se c’è una cena,un’assemblea o altro. Pensa che io non andavo mai alle assemblee dei soci e delegavo sempre qualcun altro perché avevo paura e neanche ai corsi di formazione perché mi agitavano. 
Ora mi sono sbloccato. Il mio problema rimane stare in famiglia, anche se ci sto davvero poco, non perché non gli voglio bene ma perché mi annoio. E poi anche perché finché mia sorella era piccola era diverso ma ora che ha un marito e un figlio e vivono accanto a noi non mi sento a mio agio. Poi un’altra bella esperienza è quella che faccio con Francesco, il mio operatore, ma quella è un’altra storia.
Simone M.